Con l’arrivo del caldo, la voglia di mare aumenta, e con essa il rischio di venire in contatto con zanzare e meduse. Ma come mai questi animali sono così irritanti? La puntura di medusa è molto più frequente di quanto si possa pensare ed è molto fastidiosa. Nel mar Mediterraneo è possibile fare incontri ravvicinati di questo tipo e l’istinto di tutti è di allontanarsi per paura di una “puntura”. Ecco allora che proviamo a spiegarvi quali sono le sostanze che causano il bruciore tipico della puntura di medusa!
Innanzitutto bisogna precisare che le meduse sono animali composti per il 98% da acqua, non tutte sono pericolose, non dispongono certo di pungiglioni e non causano vere e proprie punture. Si tratta semplicemente di sostanze urticanti che i loro tentacoli rilasciano quando vengono a contatto con il nostro corpo. Se inavvertitamente prendiamo contatto con i tentacoli di una medusa, quindi, quello che avviene è che questi rilasciano delle cisti, cioè delle piccole vesciche all’interno delle quali sono contenute le sostanze che ci causano un intenso bruciore e un’ustione di grado da lieve a grave.
Nel dettaglio, queste sostanze sono: ipnotossina, talassina e congestina. L’ipnotossina è un anestetico: con questa sostanza la medusa vorrebbe paralizzare eventuali prede. La talassina induce la reazione infiammatoria. La congestina è letale nelle prede delle meduse, causando in esse congestione, cioè paralisi cardiorespiratoria. Il motivo per cui la medusa rilascia queste sostanze, quindi, è cacciare delle prede.
Sull’uomo chiaramente le potenzialità di queste tossine sono molto ridotte: siamo prede troppo grandi per questi animali! Ciononostante il contatto con queste sostante causa irritazione, gonfiore, rossore, prurito, formazione di vesciche. Cosa fare quindi se si tocca una medusa?
Esistono vari rimedi da utilizzare in caso di ustione da medusa: lavare con acqua di mare aiuterà a diluire la concentrazione delle tossine e ad allontanare quelle che non sono ancora penetrate attraverso la cute. L’ideale è avere con sé una crema al cloruro di alluminio al 5%, una soluzione al prurito che blocca la diffusione delle tossine. Nei casi più seri il medico suggerirà di assumere per bocca cortisonici o antistaminici.
Passiamo ora, invece, alle zanzare. Intanto facciamo un piccolo identikit delle zanzare che ci pungono: si tratta di femmine, e per pungere usano la loro proboscide, che noi definiamo comunemente pungiglione. La ragione per cui le femmine cercano di pungerci è nutrire le loro uova. Se le zanzare si limitassero ad aspirare piccole quantità di sangue le loro punture non ci darebbero fastidio. Purtroppo però, prima di aspirare, iniettano una sostanza: la loro saliva. La ragione di ciò sta nel fatto che la loro saliva contiene una sostanza anticoagulante, che garantisce la possibilità di aspirare sangue fluido. Si tratta di un enzima particolare. Questa saliva, una volta penetrata, causa il rilascio di istamina da parte dei mastociti, cellule del nostro organismo, e così ne nasce la reazione allergica, più o meno forte a seconda delle persone.
Il ruolo dell’istamina è generare una reazione di difesa e dilatare i vasi sanguigni per permettere a più cellule difensive possibile di arrivare nella sede della lesione. Le zanzare sono attratte dal calore del corpo e dall’anidride carbonica che emettiamo respirando, e questa condizione è uguale per tutti noi. È evidente però che le zanzare preferiscono alcune vittime ad altre. Questo perché sono attratte di più da chi ha maggiori livelli di colesterolo, o da chi ha bevuto molto alcol, perché l’etanolo che viene espulso col sudore le attira. Inoltre le zanzare preferiscono il gruppo sanguigno zero, che distinguono da segnali chimici che emettiamo. Lo stesso vale per l’acido lattico, presente nel corpo di chi ha appena fatto sport, che le attira, come l’ammoniaca e l’acido urico. Ecco spiegati i meccanismi per cui questi animali così diversi ci irritano.
La soluzione per evitare le punture, purtroppo, non è ancora stata trovata! Buona estate a tutti!