Quando inizia l’estate, spesso i genitori si ritrovano a dover gestire un’otite che improvvisamente ed inaspettatamente colpisce i loro bambini. Cerchiamo di capire di che otiti si tratta, cosa le causa e soprattutto le semplici tecniche per prevenirle.

Prima di iniziare, è bene specificare che chiunque abbia dei bambini deve fare particolare attenzione alle otiti, perché si tratta di una delle patologie più frequenti in assoluto. Si stima infatti che almeno l’85% dei bambini abbia un episodio di otite nel corso della vita. Le otiti possono essere definite esterne o medie, a seconda che sia colpita la parte esterna alla membrana timpanica o interna ad essa.

Episodi frequenti di otite che si verificano nel periodo dell’acquisizione del linguaggio possono causare lo sviluppo di un lieve grado di perdita dell’udito, che può causare nel bambino lo sviluppo di alcune dislalie, cioè suoni pronunciati scorrettamente. Il bambino in questo caso, sentendo male, imparerà a parlare in modo scorretto, ed è per questo che bisogna porre una attenzione particolare all’udito nell’età dello sviluppo.

Le cause dell’otite esterna conseguente all’esposizione all’acqua in una piscina o al mare, possono essere rintracciate nella carica batterica: in acqua infatti sono presenti svariati batteri e funghi, anche nelle piscine e nei mari più puliti. Inoltre bisogna considerare, nel caso del bagno in piscina, l’azione irritativa del cloro che permane all’interno del condotto uditivo nei soggetti predisposti e provoca una macerazione della cute su cui si può sviluppare una conseguente infezione. Questa forma di infezione va sotto il nome di otite del nuotatore, e i fattori che predispongono a questa condizione sono un condotto uditivo molto stretto o particolarmente tortuoso, ma anche le micro-abrasioni dovute alla pulizia eccessiva eseguita con i classici tamponi di cotone.

L’otite media, invece, può derivare da frequenti sbalzi di temperatura i quali favoriscono le infezioni virali, seguite eventualmente da sovra-infezioni batteriche. I sintomi di queste infezioni sono dolore acuto all’orecchio, che aumenta alla pressione, seguito da secrezioni, sierose o addirittura giallastre e purulente.

Ma come capire che un bambino molto piccolo ha dolore alle orecchie? I bambini non ancora in grado di esprimersi comunicano in maniera estremamente chiara, come risulta chiaro a tutti coloro che hanno la fortuna di poter passare del tempo con loro. Un bambino piccolo mostrerà di avere dolore portandosi la mano alle orecchie; questo gesto potrà essere associato a pianto inconsolabile, inappetenza ed evidente irritabilità. Non confondiamo questi atteggiamenti con dei capricci, i bambini non mentono sul dolore!

È bene quindi difendersi dal rischio di incorrere in un’otite da esposizione prolungata all’acqua con alcuni semplici accorgimenti. 

Innanzitutto è consigliabile evitare sbalzi di temperatura così da scongiurare i raffreddamenti. Una volta terminata l’attività di mare o piscina, è inoltre importante asciugare bene le orecchie con l’angolo di un asciugamani e non lasciare i bambini con i costumi bagnati. Occorre anche evitare i bagni se il bambino è raffreddato, ed evitare di provocare escoriazioni del condotto uditivo esterno insistendo con una pulizia eccessiva. Utilizzare lavaggi nasali con soluzione fisiologica per mantenere pulito il cavo rinofaringeo e limitare la proliferazione batterica può essere infine una buona abitudine.

E nel caso di otite? Quando il bambino dovesse davvero dare segni di infezione acuta? E’ in questi casi che è bene contattare un pediatra, un otorinolaringoiatra o un audiologo, figure mediche che hanno le competenze per diagnosticare e curare le otiti del bambino.

Insomma, il nostro benessere passa anche attraverso le mani di PATRIZIA PELUSO, la foniatra di Vitality.

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